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Il contesto che ci circonda, la diversa tipologia di attività che ogni giorno svolgiamo, ci ha spinti ad interrogarci sui mutamenti del nostro settore. Abbiamo fatto un’analisi insieme all’Ing. Paolo Cossato, socio e direttore tecnico di Contec Ingegneria. Cosa è cambiato rispetto al passato, rispetto al lavoro di ingegnere che svolgevano le generazioni precedenti? Come è cambiato il ruolo delle società di ingegneria?
INDICE
SPECIALIZZAZIONE DI SISTEMA
SPECIALIZZAZIONE DELLE COMPETENZE
COMPLESSITÀ TECNICA
CONCLUSIONI
In passato, il cliente – spesso imprenditore industriale o immobiliarista nel settore terziario – ci contattava avendo già una precisa idea di sviluppo della fabbrica o del manufatto e chiedendoci una consulenza di natura meramente ingegneristica. La nostra attività era quindi del puro progettista: l’incarico consisteva nel progettare il building, risolvendo le questioni di natura tecnica che potevano sorgere nello sviluppo del progetto. La complessità era legata al mestiere tecnico, la nostra hard skill per eccellenza: per quei tempi senza dubbio i temi da affrontare erano innovativi, soprattutto in campo industriale, dove le specificità degli impianti già allora richiedevano uno studio approfondito dell’involucro edilizio più idoneo.
Col passare degli anni è entrata in gioco una variabile che ha mutato profondamente questo quadro. Possiamo definirla con un unico termine, specializzazione, da declinarsi sotto vari punti di vista.
Una prima forma di specializzazione è quella di sistema. Abbiamo assistito ad una forte articolazione della burocrazia e delle procedure amministrative legate alle attività edilizie. Progettare e realizzare un intervento oggi richiede il confronto e la relazione con diversi enti e soggetti preposti che si intensificano all’aumentare delle dimensioni e della rilevanza dell’opera.
Rileviamo inoltre la specializzazione delle competenze che incide in primis sul profilo dei nostri clienti. Diversamente dal passato, oggi la maggior parte è iper competente nel proprio settore d’attività e ciò li porta ad avere ben chiara l’ipotesi progettuale e l’obiettivo. Ignorando ciò che è al di fuori del proprio perimetro, il cliente però fatica ad ordinare le pedine in autonomia, a mettere in fila i passaggi da compiere per concretizzare l’idea progettuale. Ciò comporta che si affidi in tutto e per tutto al nostro supporto consulenziale ed è in questa direzione che si è sviluppato l’approccio di Gruppo Contec.
Spesso le aziende non sono più rappresentate da una selezione di figure ma si scompongono in tanti soggetti, ciascuno con la propria competenza specifica. Ciò aumenta la frammentazione dei processi e rende necessaria la presenza di una figura che tenga le fila e diriga tutti gli attori del processo.
La specializzazione delle competenze si lega inoltre alla complessità tecnica che aumenta nel tempo, anche grazie allo sviluppo di nuove tecnologie. Ad esempio, abbiamo gestito nuove estensioni mai incontrate prima. I progetti riguardano temi la cui analisi e studio richiedono un approccio multidisciplinare che può avvenire solo tramite il coinvolgimento di più soggetti, ciascuno esperto e specializzato, per l’appunto, nella propria materia.
In questo contesto, è evidente che il nostro progettista del passato deve fare un salto, trasformandosi anche in consulente e gestore delle complessità.
Il fare tecnico, sempre presente e in continua tensione evolutiva, si trova ad avere accanto un nuovo nucleo di attività che possiamo enucleare nell’espressione gestione del progetto. Si tratta di saper supportare il cliente coordinando e dirigendo le persone coinvolte nel progetto: referenti del cliente (vari ruoli aziendali, ad esempio), appaltatori e subappaltatori, consulenti, esperti, enti terzi.
In primo luogo, l’attività di gestione diventa la parte più onerosa in termini di impegno di tempo e di risorse economiche, anche molto più onerosa rispetto al saper fare tecnico. Se in passato questa attività era nulla o residuale, oggi è un onere di cui è necessario tenere conto, sia in fase d’offerta sia nel momento di allocazione delle risorse e distribuzione del carico di lavoro.
Gestire un progetto può sembrare più semplice del lavoro progettuale operativo, ma non lo è. Oltre a richiedere precise hard skill, si tratta di un’attività che presuppone lo sviluppo e la padronanza di soft skill non banali. Ritorna in campo, di conseguenza, la specializzazione, che insieme alla multidisciplinarietà impone al progettista di dotarsi di una struttura adeguata. Nelle società di ingegneria non è più raro imbattersi in professionalità che esulano dalle professioni meramente tecniche/ingegneristiche, quali giuristi ed economisti, a titolo d’esempio. Questo approccio è necessario perché è questo il tipo di consulenza che il mercato richiede e si aspetta.
Per approcciare bene al progetto e risultare vincenti, è diventato fondamentale dotarsi di competenze e struttura idonee, in grado di ascoltare il cliente, capire le sue esigenze – talvolta sono manifeste e chiare, altre volte sono sconosciute allo stesso cliente – e orientarlo nell’individuazione del percorso migliore da intraprendere per portare a termine il progetto. Anzi, più che individuare tra le varie strade quale sia la migliore, spesso si tratta di elaborare insieme un percorso personalizzato e unico, non replicabile con altri. Ecco come è cambiato il ruolo delle società di ingegneria dal nostro punto di vista.
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