Scrivi qui sotto la parola o il tema che vuoi cercare, poi clicca sull'icona in rosso.
#lavoriamoci
Il nuovo Codice dei contratti pubblici (D. Lgs. 36/2023) è entrato in vigore il 1° aprile 2023 e presenta un’impostazione introduttiva diversa dal precedente.
L’attuale presenta una suddivisione in 5 libri: in particolare, il Libro I – Titolo I è dedicato ai Principi generali dei contratti pubblici a conferma dell’impostazione di guida per gli operatori economici, uno strumento di chiarezza per evitare fraintendimenti tra norme in conflitto e volto a realizzare nel miglior modo l’interesse perseguito dalla Pubblica Amministrazione.
Il più importante tra questi principi si trova collocato all’articolo 1 ed è il c.d. principio del risultato.
INDICE
IL PRINCIPIO DEL RISULTATO NEL NUOVO CODICE, PRIMO COMMA
SECONDO COMMA
TERZO COMMA
QUARTO COMMA
ALTRI DUE PRINCIPI DA NON DIMENTICARE
Il comma 1 dell’articolo 1 stabilisce che “Le Stazioni Appaltanti e gli enti concedenti perseguono il risultato dell’affidamento del contratto e della sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto possibile tra qualità e prezzo, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza”.
In quest’ottica, l’obiettivo da perseguire è il raggiungimento concreto di un risultato come l’affidamento del contratto e la sua esecuzione, pertanto, il fine sarebbe di procedere in un’ottica di efficienza economica evitando spreco di risorse e non, come nel vecchio Codice, di prestare attenzione all’applicazione puntuale della norma. Ciò detto va sempre applicato nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza.
Prosegue poi il comma 2 “La concorrenza tra gli operatori economici è funzionale a conseguire il miglior risultato possibile nell’affidare ed eseguire i contratti. La trasparenza è funzionale alla massima semplicità e celerità nella corretta applicazione delle regole del Codice e ne assicura la piena verificabilità”.
Il perseguimento dell’obiettivo concreto avviene in un’ottica di concorrenza tra gli operatori economici e di totale trasparenza per cui si garantisce il rispetto delle regole, pur riducendo i tempi.
Il comma 3 sempre dell’art.1 del D. lgs. 36/2023 riporta che il principio del risultato “costituisce attuazione, nel settore dei contratti pubblici, del principio del buon andamento e dei correlati principi di efficienza, efficacia ed economicità. Esso è perseguito nell’interesse della comunità e per il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione Europea”.
Troviamo esplicitato il riferimento al principio di buon andamento. Tale principio è collocato all’articolo 97 della nostra Costituzione e riguarda i pubblici ufficiali che sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo da assicurare buon andamento e imparzialità dell’amministrazione. Calato in quest’ottica, il pubblico dipendente è tenuto al perseguimento del risultato dell’esecuzione del contratto con la massima tempestività e nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità dell’agire amministrativo.
Inoltre la norma cita l’interesse della comunità e il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europa, intesi entrambi come ordinamenti originari e prioritari, verosimilmente per enfatizzare meglio il perseguimento dell’interesse generale.
Infine, l’ultimo comma stabilisce che “Il principio del risultato costituisce criterio prioritario per l’esercizio del potere discrezionale e per l’individuazione della regola del caso concreto, nonché per:
Qui emergono due punti fondamentali: l’esercizio del potere discrezionale e l’individuazione della regola del caso concreto.
Il principio discrezionale deriva dal principio di legalità, quindi, per esercitarsi potere discrezionale non solo deve esserci il rispetto della legge ma la legge deve stabilire anche fini, mezzi e competenze. Il potere discrezionale si riferisce al margine di potere dell’Amministrazione per individuare la soluzione migliore al fine del conseguimento dell’interesse pubblico.
Il principio del risultato diventa un criterio per valutare la responsabilità del personale che svolge funzioni amministrative o tecniche nelle fasi di programmazione perché i dipendenti pubblici sulla base del risultato che avrebbero dovuto perseguire, risulterebbero essere oggetto di una valutazione in merito alla eventuale responsabilità derivante dall’azione o dall’omissione posta in essere.
Il principio del risultato è poi destinato ad operare come criterio prioritario di bilanciamento con altri principi nell’individuazione della regola del caso concreto quindi si aiuta l’interprete (operatore economico) ad identificare sin da subito il significato di quella regola quando non vi siano più alternative interpretative.
Il nuovo Codice stabilisce altri due principi come fondamentali:
In sintesi, sono questi i tre principi che reggono l’interpretazione e l’applicazione delle norme del nuovo Codice.
Il principio del risultato è l’obiettivo da perseguire che però viene bilanciato ed equilibrato dal principio della fiducia e del libero accesso al mercato. Gli altri principi successivamente elencati nel Codice hanno ambiti di applicazione circoscritti.
Sei un funzionario o un RUP della Pubblica Amministrazione e hai bisogno di supporto per gestire la transizione verso il nuovo Codice ?
Scrivi a info[at]pronext.it
Pronext ti saprà aiutare.
LEGGI ANCHE
REGIS PER GESTIRE FINANZIAMENTI PNRR
COME DEVONO ESSERE RENDICONTATI I CONTRIBUTI ASSEGNATI AI COMUNI PRIMA DEL PNRR?
Photo credit _ Valery Fedotov via Unsplash