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Il concetto di innovazione viene spesso collegato all’implementazione di mutamenti sia in termini di nuove funzionalità sia di caratteristiche dei prodotti e i servizi immessi sul mercato.
La servitizzazione costituisce un esempio di come l’innovazione possa passare attraverso una trasformazione del proprio modello di business senza agire necessariamente sulle caratteristiche prestazionali o fisiche del prodotto offerto.
Un fenomeno che riguarda molto da vicino l’industria contemporanea e che può aiutare a trovare nuove forme di economia sostenibile verso il prodotto-servizio.
Si può far coincidere la nascita del concetto di servitizzazione – servitization, in inglese – nel 1988 come opportunità di trasformazione dell’industria manifatturiera.
Secondo Vandemerwe e Rada, la servitizzazione è
l’offerta di pacchetti complessi (bundles), focalizzati sul cliente, composti da combinazioni di beni, servizi, supporto, strumenti di auto somministrazione e conoscenza, allo scopo di aggiungere valore all’offerta corrente di prodotti.
Il concetto può essere inteso anche in una diversa accezione – fornita da Neely, Manzini e Vezzoli – come quella di
rinnovamento delle capacità e dei processi di un’organizzazione finalizzato a meglio creare valore mediante una transizione dalla vendita di prodotti alla vendita di sistemi prodotto-servizio.
Servitizzazione è evoluzione: il fenomeno scaturisce infatti dalla progressiva globalizzazione dei mercati e dei processi produttivi che incidono sul tessuto economico mondiale.
In particolare, si possono individuare tre fattori che hanno spinto e spingono tuttora le aziende ad intraprendere la strada della servitizzazione:
L’approccio della servitizzazione genera maggior valore aggiunto dei processi, agendo sulla competitività delle industrie coinvolte (principalmente, manifatturiere).
Dal punto di vista finanziario, la servitizzazione favorisce l’aumento della redditività aziendale perché – rispetto alla proposta commerciale tradizionale che riguarda i prodotti fisici – il sistema prodotto-servizio risulta essere meno influenzato dalla competizione impostata sul mero prezzo; ciò consente quindi l’incremento dei margini di profitto e la stabilizzazione delle vendite, superando le tipiche criticità del ciclo dei beni fisici e i consueti andamenti oscillanti dei mercati maturi. Si registra inoltre una riduzione dei costi derivante da una migliore gestione delle risorse e da un controllo centralizzato dei processi.
Dal punto di vista strategico, invece, la trasformazione verso un paradigma prodotto-servizio è una vera e propria differenziazione dell’offerta che – se non perseguita dai propri competitor – può portare ad un vantaggio competitivo.
Si aggiunge inoltre un altro aspetto rilevante, traducibile nell’alto valore delle interazioni che si possono instaurare con i clienti sia attraverso la fidelizzazione sia proponendo un’offerta più personalizzata.
Il cambiamento è significativo perché la relazione con il cliente non è più un contatto occasionale, ma tende a diventare una relazione di lungo periodo che sviluppa una dinamica economico-relazionale attorno al cliente (customer-centric) abbandonando quella orientata sul prodotto (product-oriented).
L’adozione del paradigma prodotto-servizio fa traslare il valore aggiunto dell’azienda sul servizio fornito. Il prodotto viene ad assumere un nuovo ruolo all’interno della proposta immessa sul mercato: da unico elemento dell’offerta diviene parte di una soluzione più ampia, in grado di rispondere in modo completo ai bisogni del cliente, affiancandolo anche in momenti ulteriori a quello della vendita.
Per le aziende non è una novità affiancare un servizio ai propri beni fisici (si pensi al servizio post-vendita), ma la servitizzazione porta con sé una visione nuova del servizio, donando ad esso un vero e proprio valore economico-utilitaristico.
Ultimo aggiornamento: 24 novembre 2023